"Tra serre, idroponica, droni e sensori, il futuro delle orticole e' dietro l'angolo"
Dalla terra al cielo, perché archiviata la parte relativa a serre e affini il convegno grossetano ha toccato anche il tema dei droni (sistemi a pilotaggio remoto) e del loro utilizzo in agricoltura, siano essi ad ala fissa o multirotore, assimilabili a qualcosa di simile rispettivamente agli aerei e agli elicotteri. I primi sono usati "soprattutto negli Stati Uniti, dove le estensioni degli appezzamenti sono molto grandi, perché permettono di coprire grosse distanze in poco tempo. Il secondo tipo invece ha vantaggi in aree frammentate, può fermarsi in aria e può seguire pattern (leggasi rotte, ndr) più complesse", spiega Giuliana Profeti, della Pitom, società specializzata appunto nello sviluppo e nell'uso di droni. Con i droni in campo, continua la Profeti, "è possibile misurare lo stress idrico delle piante, lo stress da nutrienti, così come si possono riconoscere le infestanti. Tutto sta nella calibrazione dei sensori e nel sapere cosa si sta cercando". [...]